In questo periodo del Covid si sta cercando in modo frenetico un vaccino che possa risolvere a livello mondiale il problema del coronavirus. Proprio in questi giorni anche se dobbiamo prendere con cautela la notizia, vi sarebbe un vaccino anticovid ChAdOx1, che è stato messo a punto dallo Jenner Institute della Oxford University con la collaborazione della Irbm italiana. Si è visto che è stata indotta una forte risposta immunitaria contro il virus SarsCov2 infatti gli anticorpi si sono quadruplicati nel 95% delle persone che si sono sottoposte alla sperimentazione; questi risultati si sono visti praticamente quasi subito, dopo 30 giorni che le persone erano state sottoposte alla vaccinazione. Questo è un vanto per il nostro Paese. Vi è un altro Paese che ha pubblicato i risultati per il vaccino cinese Ad5-vectored COVID-19, anche questo vaccino induce una risposta immunitaria. Comunque è bene ricordare che molto probabilmente per l’utilizzo del vaccino anticovid dovremo aspettare il prossimo anno, nel frattempo, cosa che non fa male, possiamo aiutarci aumentando le nostre difese immunitarie.
L’OMS ritiene che in Italia l’antibiotico-resistenza è un fenomeno che causa 10mila morti l’anno. In conseguenza di tutto ciò si va sempre di più alla ricerca di nuovi farmaci che proverrebbero dall’oceano.
La dottoressa Kerry Howel, ecologa marina dell’Università di Plymouth sostiene infatti che i nuovi prodotti naturali e con proprietà farmacologiche, sono dati dai: coralli e dalle spugne (animali), i quali vengono puntualmente colonizzati dai batteri, e così per contrastarli essi hanno evoluto delle sostanze chimiche per questi nemici, e ciò li rende quindi una “base ideale” per sviluppare antibiotici. Sembra che sia stata già individuata grazie alla dott.ssa Howel ed al dottor Matupton, microbiologo dell’università di Plymouth, una molecola che è stata estratta dai batteri che sono nei fondali marini, la quale sembra efficace contro l’MRSA (stafilococco resistente alla meticillina) che può manifestarsi per esempio con dei foruncoli, endocardite, ecc. Sempre dal fondale marino abbiamo potuto ricavare degli antidolorifici grazie al pericoloso veleno di alcune lumache tropicali, da una spugna dei Caraibi sono stati creati vari farmici antivirali e anti tumorali (esempio la citarabina per il trattamento del linfoma e la leucemia) e l’aciclovir efficace per l’herpes labiale, genitale e la varicella. Le barriere coralline sono ecosistemi brulicanti di vita, qui vengono ospitate 1/4 delle creature marine, se però la temperatura entro il 2100, si dovesse alzare di soli 2 gradi, gran parte della barriera corallina del mondo, verrebbe distrutta. Per timore di ciò si sta cercando a livello scientifico di individuare quali sono i geni che conferiscono ai coralli più resistenti, questa loro caratteristica, questa loro capacità. Abbiamo bisogno di farmaci più potenti ed ecco quindi che dobbiamo stare molto attenti alle emissioni di gas serra, anche se scienziati come Madeleine Van Oppen e Lina Bay cercano di creare coralli sempre più resistenti che possano adeguarsi ai cambiamenti climatici negli oceani.
Sempre riguardante l’attualità in ambito scientifico, la rivista “Scienze” 2020 ha dedicato ampio spazio al tema riguardante i farmaci provenienti dal mare. Infatti, la medicina di oggi deve affrontare non solo il Covid-19 ma anche le minacce delle infezioni che resistono agli antibiotici (come l’MRSA).
L’MRSA significa “Meticillino-Resistente-Staphylococcus Aureus”. Lo stafilococco è resistente alla meticillina. Le infezioni sono caratterizzate dalla resistenza ad una ampia varietà di antibiotici e così ci possono essere complicanze gravi fino alla morte. Si possono ad esempio avere ferite della pelle persistenti o polmoniti sviluppatesi dopo una comune influenza ecc.