Disturbo bipolare

Il disturbo bipolare è una patologia cronica in cui vi è la caratteristica di “cambiamenti molto repentini”: sia del tono dell’umore, sia dei livelli di energia, sia dell’attività. A causa del fatto che questo disturbo comporta delle importanti ripercussioni nella vita quotidiana, vi è la necessità in certi casi di una terapia farmacologica preventiva per tutta la vita. I sintomi del disturbo bipolare possono portare a far diminuire le relazioni sociali, influenzare il funzionamento lavorativo.

La fascia di età in cui insorge il disturbo è 18/22 anni, e dà luogo ad una disabilità nel 7/8% della popolazione mondiale. Ci sono pazienti in cui esso compare in una età più tardiva, ed in questo caso le persone tendono ad avere una malattia più lieve in termini di gravità maniacale. Quando si verifica l’alternanza tra episodi depressivi ed episodi maniacali, oppure solo maniacali, si parla di disturbo bipolare di tipo 1.

Nel disturbo bipolare di tipo 2 si verifica invece l’alternanza tra episodi depressivi e quelli ipomaniacali. Un episodio maniacale dura almeno una settimana e può essere caratterizzato da:

-accelerazione del pensiero

-diminuito bisogno di sonno

-irritabilità

-logorrea

-agitazione psicomotoria

-spese eccessive

-eccessivo coinvolgimento in attività avventate o pericolose

-aumento dell’attività finalizzata

Nell’episodio maniacale del disturbo bipolare, il livello di elevazione del tono dell’umore è superiore a quello della fase ipomaniacale. L’ipomania può avere una durata di 4 giorni circa e non dà grandi problemi né nel funzionamento sociale né in quello lavorativo, mentre nella fase maniacale, spesso è necessario il ricovero ospedaliero, anche per il fatto che vi è la presenza di sintomi psicotici quali i deliri di grandezza.

I deliri di grandezza possono essere presenti sia nel disturbo bipolare sia nei disturbi psicotici. Questi comprendono: la convinzione di essere dei personaggi importanti, di alto livello, ecc. I “deliri di grandezza” possono trasformarsi in deliri a carattere “persecutorio” quando si ha la convinzione di essere controllati o perseguitati.

Quando in un anno ci sono almeno 4 episodi in cui il tono dell’umore varia, il disturbo bipolare diventa a “cicli rapidi”. In questo disturbo un percorso di psicoterapia può essere utile, soprattutto se è associato a una terapia farmacologica di mantenimento, efficace nel prevenire delle ricadute. Il disturbo bipolare può dare luogo a ripercussioni importanti in ambito relazionale causando cioè un isolamento in questi pazienti che ne sono affetti.

Più le relazioni interpersonali sono importanti, tanto più la loro rottura può creare uno scompenso, attivando quindi emozioni intense, alle quali il soggetto non riesce sempre ad attribuire significato senza il supporto di uno psicoterapeuta. Inoltre la psicoterapia lo aiuta a capire meglio le possibili cause del disturbo, che possono essere: genetiche, neurologiche (squilibri dei neurotrasmettitori), psichiche (stress). Un supporto psicoterapeutico continuativo nel tempo lo può aiutare a comprendere meglio, ad accettare la malattia, imparando anche a gestire meglio lo stress che essa provoca. La terapia del disturbo bipolare è principalmente farmacologica ed è finalizzata ad una corretta gestione delle oscillazioni del tono dell’umore. I farmaci utilizzati nel suo trattamento sono antidepressivi, e stabilizzatori del tono dell’umore, benzodiazepine e neurolettici. Il litio rimane il farmaco di prima linea nel  trattamento.

Gli antipsicotici prescritti abitualmente nel disturbo bipolare possono essere di prima generazione (esempio l’aloperidolo) oppure di seconda generazione come l’olanzapina, quietiapina, risperidone. E’ in arrivo in Italia la cariprazina un altro antipsicotico di terza generazione efficace nel trattamento della schizofrenia e nel disturbo bipolare di tipo 1 (rivista “Mia farmacia”).