Il mio consiglio è quello di chiedere aiuto ad (un)una terapeuta appena si inizia a sentire che si sta attraversando un periodo molto difficoltoso o di profondo malessere interiore. Molto spesso il paziente non viene in terapia analitica fino a quando, come spesso mi è stato riferito, non toccano il fondo, rammaricandosi per non essere arrivati prima. Altrettanto spesso ho detto loro che è proprio da quel fondo che ora trovano la spinta per tornare su a galla. Bisogna chiedere aiuto specialmente quando si avverte un vuoto affettivo interiore, un distacco dagli altri.
Iniziare un percorso su di sé per diventare in futuro una persona libera di esprimersi sia nella gioia, sia in tutti gli altri sentimenti umani. Diventare capaci di amare in modo oblativo, in cui non c’è più tanto il bisogno di ricevere l’affetto, ma soprattutto di donarlo. Io porto spesso l’esempio che se ho un soldino in tasca lo posso donare a chi me lo chiede, ma si in tasca non ho nulla non posso donare nulla. Se dentro di me ho amore posso donare amore, ma se dentro di me ho poco amore potrò donare poco o quasi nulla.
In questo caso anzi avrò bisogno soprattutto di chiedere, ricevere amore, attenzioni. Chi è ricco dentro di amore può regalare amore senza chiedere nulla in cambio. Una psicoterapia ad indirizzo analitico, non breve, consente di arrivare a questi traguardi.