Cervello e “atteggiamento psicologico positivo” per aumentare le difese immunitarie, e vivere più a lungo.

Il cervello è composto da 100 miliardi di neuroni e da un numero di connessioni che sono molto di più del numero delle stelle che ci sono in una galassia! E’ il cervello che grazie al fatto che elabora i segnali che ci provengono dal mondo esterno, ci permette di fare tutte le attività che siamo in grado di eseguire, ci permette di immagazzinare i ricordi, di sviluppare tutte quelle caratteristiche che ci rendono umani, come il parlare e il pensare.

Le recenti scoperte in campo scientifico ci hanno permesso di vedere che il cervello ha anche il potere di mantenerci in salute. Queste ricerche suggeriscono che l’avere un atteggiamento mentale positivo ci aiuta di molto a combattere le infezioni e ci può far vivere anche più a lungo. (Rivista scientifica “Scienze e salute”)

Si è visto che il sistema immunitario ha la “memoria”, essa risiede nei linfonodi di collo e ascelle, ed è un “micro-organo” nascosto in questi linfonodi. Si ingrandisce quando ci ammaliamo. Oltre a “ricordare” le infezioni passate, è anche il luogo dove le cellule immunitarie si riuniscono per reagire. Questa scoperta è stata fatta al Garvan Institute di Sydney.

Il pensiero positivo è molto importante perché esso incide sia sulla mente che sul corpo.

Le vitamine A.B.E. intervengono in tutte le funzioni vitali umane, fra cui anche in quelle immunitarie. Vitamine e minerali sono elementi importanti delle funzioni metaboliche e cellulari del sistema immunitario. Un giusto apporto ci servirebbe per resistere meglio agli agenti infettivi quali batteri o virus (di cui a causa del coronavirus ne avremmo bisogno), batteri o virus di solito attivati per contagio attraverso l’area inspirata e quindi andando a colpire le alte vie come naso, gola, laringe, trachea o le basse vie come bronchi, polmoni, pleure. Ma oltre alle vitamine anche il nostro pensiero positivo ci può aiutare, soprattutto in questo periodo Covid, ad aumentare il nostro sistema immunitario.

La depressione non aiuta certamente questo aumento delle difese immunitarie! Vedere le cose in modo positivo, essere felici, lo può invece far aumentare. Il dipartimento di biologia dell’Università di Pisa e l’Istituto Italiano di Tecnologia di Rovereto sono riusciti a monitorare l’attività del cervello quando è stimolato da livelli di serotonina in aumento (che è la cosiddetta “molecola della felicità”). Le loro ricerche si trovano sulla rivista “Cell Reports”.

Vedere i lati positivi aiuta le difese immunitarie. Saper guardare il lato migliore delle cose non è questione di carattere o di predisposizione ma deriva anche da un altro fattore. Se ci chiediamo: “ottimisti si nasce o si diventa ? ”, “come cambiano i livelli di ottimismo nel corso della nostra vita ?” possiamo oggi avere una risposta grazie ai ricercatori dell’Università della California. Nel 2019 sul social “Psychology and Personality Science” pubblicarono i risultati ottenuti su un campione di 1169 soggetti monitorati per sette anni. Si è scoperto che il sentimento ottimista tende a essere più basso tra i 20enni, mentre sale gradualmente tra i 30enni e 40enni e raggiunge il picco massimo a 55 anni per poi scendere nuovamente tra le persone più anziane. Quindi il record dell’ottimismo è nelle persone di mezza età e non tra i più giovani come si è spesso portati a pensare. Il motivo è dato dalla “maturità”, la quale determina una crescita dell’autostima e della soddisfazione personale che si sono ottenuti nel corso della vita (esempio: la costruzione di un nucleo familiare stabile e un aumento del salario, la conseguenza di una maggiore esperienza lavorativa). Si è visto inoltre che chi aveva alle spalle esperienze negative (esempio lutti o disoccupazione) non era più pessimista della media. Invece nelle persone che avevano vissuto eventi esterni positivi (esempio: relazioni affettive stabili, avanzamenti di carriera, ecc) la curva dell’ottimismo era in generale più elevata. Si può quindi dedurre che le avversità della vita non hanno la forza di distruggere più di tanto un istinto umano e sopprimibile come quello di guardare con fiducia il futuro.

Elizabeth Blackburn biologa e Elissa Epel, direttrice dell’Università della California (esperta in stress, invecchiamento ed obesità) hanno mostrato che i telomeri eseguono sia i comandi che provengono dal codice genetico ma eseguono anche le “istruzioni” che il nostro pensiero invia a loro.

Lo stress e gli eventi negativi della vita possono causare un forte accorciamento dei telomeri. Essere ottimisti, avere il pensiero positivo è importante per aiutare il corpo a stare bene e quindi invecchiare più lentamente. La psicoterapia è un valido aiuto sia per la mente che per il corpo, in quanto attraverso un percorso di psicoterapia la persona andrà verso la sua armonizzazione interiore, e ciò aumenterà di conseguenza sia il pensiero positivo sia la sua capacità di saper gestire molto bene gli stress della vita e tutto ciò abbiamo visto andrà ad incidere in questi famosi telomeri che in modo molto semplicistico vengono raffigurati come i “cappucci” dei lacci delle scarpe